IMPORTANTE SCOPERTA DEL PROF. FRANCESCO MARTINO

 

Ansa del 15 maggio 2007

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ROMA - E' stata battezzata CD40L ed ha un ruolo cruciale: la sua presenza in alta quantità facilita ed è segno della formazione del colesterolo, favorendo lo sviluppo dell' arterosclerosi, le cui complicanze possono portare a gravi malattie come infarto e ictus. A scoprirla, nel primo studio del genere condotto sui bambini, è stata l' equipe dei professori Francesco Martino e Francesco Violi, dell' università La Sapienza al Policlinico Umberto I di Roma. Lo studio, pubblicato oggi sulla rivista ufficiale della Società americana di cardiologia (Jacc), hanno sottolineato gli esperti nel corso di una conferenza stampa, apre nuove prospettive per la diagnosi precoce dell' arterosclerosi e delle sue complicanze più gravi come l'infarto.
 

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Gli esperti hanno condotto lo studio confrontando due gruppi di 40 bambini: il primo gruppo con piccoli che avevano alti livelli di colesterolemia ed il secondo con bambini con un livello normale di colesterolo. Nei bimbi con colesterolo alto gli specialisti hanno quindi rilevato un' alta quantità nel sangue della CD40L: questa proteina, quindi, facilita la formazione del colesterolo nelle arterie, favorendo complicazioni che portano a malattie cardiovascolari. Da qui l' allarme dei ricercatori: "E' necessario - hanno avvertito Violi e Martino - individuare i bambini a rischio per il colesterolo alto per intervenire precocemente, soprattutto con diete appropriate, al fine di ridurre il loro rischio di infarto ed ictus in età adulta".

SOS COLESTEROLO, TROPPO ALTO IN DUE BIMBI SU DIECI

Sos colesterolo anche tra i bambini: in due-tre piccoli su dieci, infatti, il livello di colesterolemia è troppo alto, con gravi rischi per la salute futura dei piccoli, che potranno più facilmente andare incontro a infarti ed ictus. Il colesterolo alto, infatti, ha un ruolo importante nello sviluppo dell' arterosclerosi, prima causa di malattie cardiovascolari come appunto l' infarto. A mettere in guardia è uno studio condotto dall' equipe dei professori Francesco Violi e Francesco Martino, dell' università La Sapienza di Roma, su un campione di 1.671 bambini tra i sei e i 14 anni: l' indagine ha infatti evidenziato che quasi il 30% del campione presentava una colesterolemia superiore o uguale a 170 mg/dl (considerata il valore massimo in età pediatrica) e che il 20% aveva un livello di colesterolo ancora superiore (14% tra 180 e 200 mg/dl; 6% superiore a 200 mg/dl). Il problema, ha sottolineato il pediatra Francesco Martino, responsabile del Centro delle dislipidemie infantili dell' università La Sapienza, è che "la presenza del colesterolo in età pediatrica generalmente non è investigata, tanto che nostre indagini su un campione di 45 mila alunni delle scuole elementari e medie di Lazio, Basilicata e Calabria hanno rilevato che i genitori non erano in grado di riferire il valore del colesterolo dei figli se non nel 4% dei casi". Al contrario, la diagnosi precoce è decisiva: la colesterolemia nei bambini, ha affermato Martino, può infatti essere curata con successo, prevenendo così malattie cardiovascolari nell' età adulta. Fondamentale è dunque individuare i bambini a rischio. Come? Il consiglio, ha concluso Martino, è di sottoporre ad uno screening per il colesterolo innanzitutto i bambini i cui genitori soffrono di colesterolemia e nelle cui famiglie sono presenti casi di infarto od ictus.