Da Il Domani del 30 gennaio 2008
Il Prof. Garisto, uomo di scuola, di scienza e di fede
Celebrati ieri al Santissimo Salvatore
le esequie del docente del Liceo Siciliani
Con il sorriso e la serenità del suo volto, era amico di tutti, proprio di tutti. Così lo hanno ricordato i parenti, ma anche il preside Romagnino, le docenti Marina Marchese e Lorenzina Viapiana, e gli studenti
Ieri
nella chiesa del Santissimo Salvatore di Rione De Filippis, tutta la comunità
scolastica del Liceo Scientifico “Siciliani” assieme al Preside Aido Romagnino,
si è riunita intorno alle spoglie mortali del Professore Bruno Garisto nel
giorno delle sue esequie.
Il professore Garisto, 56 anni, è stato un grande uomo di scuola. Una scuola vissuta quotidianamente con amore, dedizione e passione. Sempre attento ai problemi del Liceo, alle necessità dei colleghi, alle esigenze del personale scolastico e soprattutto alle preoccupazioni degli studenti. Il parroco don Vincenzo Zoccoli nell’omelia ha sottolineato la grande religiosità del professore che l’ha sorretto anche nei momenti difficili della sua malattia, l’amore sconfinato per la moglie e per i figli e la sua attiva partecipazione alla vita parrocchiale. “Bruno – ha detto don Vincenzo – ha accettato il male con una fede veramente radicata, abbandonandosi totalmente nelle mani del Signore. Gesù, che Bruno ha tanto amato nella sua esistenza, e che ha degnamente festeggiato in questo Natale, l’ha richiamato tra le sue braccia. Ma Bruno non è morto, si è solamente allontanato, è in una condizione diversa dalla nostra. Bruno da lassù continua a guardare la sua famiglia e tutti noi”. Il professore Garisto era un grande amante della scienza, una scienza magistralmente combinata con una matura fede in Dio. Scienza e fede camminavano di pari passo. Per il professore Garisto la ricerca non precludeva la strada della fede, anzi, come diceva lo stesso Papa Wojtyla, di venerata memoria, spalancava le porte verso il Trascendente, verso l’Infinito.
La scomparsa del professore Garisto, che del Liceo “Siciliani” era un vero pilastro, lascia nell’Istituto un vuoto difficile da colmare. Con il sorriso e la serenità del suo volto, era amico di tutti, proprio di tutti. Così lo hanno voluto ricordare non solo i parenti, ma anche il preside Romagnino, le professoresse Marina Marchese e Lorenzina Via piana, e gli studenti nel corso dei loro commoventi interventi a fine celebrazione. Hanno fatto memoria della figura del padre, dello zio, dell’amico fraterno, del collega, del docente, sempre pronto ad offrire a tutti buoni consigli ed utili precetti. Tanti gli insegnamenti che il professore Garisto ha donato. L’ultimo, quello più importante, più grande e pure più faticoso. Nei giorni terribili della sua agonia ha insegnato che il male può essere combattuto ma anche che la sofferenza deve essere accettata con fede e amore.
Per chi crede non è possibile fermarsi alla morte, bisogna andare oltre, occorre vedere con altri occhi, con gli occhi della fede, anzi con gli occhi della vita. La vita che non si ferma, la vita che non si interrompe. E’ tutt’altro, è la vita che si rigenera. Magari sotto altre forme , sotto altri aspetti. Però è vita vera. “Poi udì una voce che diceva dal cielo; beati i morti che d’ora innanzi muoiono uniti al Signore. Si, beati, dice lo Spirito, perché troveranno riparo alle loro fatiche, e il bene che hanno fatto li accompagna” (Apocalisse 14,15).
Al professore Garisto, adesso nel silenzio rumoroso della sua morte, si eleva un grazie accorato dai familiari e da tutto il liceo “Siciliani”, per la sua feconda esistenza terrena.
Luigi Mariano Guzzo