da Calabria Ora del 4 novembre 2008


 

Congrega del Crocifisso nei secoli

Il sodalizio sannicolese nato nel 1669 rischiò la chiusura nel 2003 

 

di Nicola Pirone
 

SAN NICOLA DA CRISSA- Le confraternite in Calabria e nel mezzogiorno, hanno sempre avuto un ruolo predominante nella vita socio-religiosa. <<Ma hanno da sempre avuto una scarsa ed episodica attenzione da parte degli studiosi>>, come ha sostenuto il professor Vito Teti durante un convegno sulle confraternite svoltosi nel giugno del 1992. Eppure non è di poco conto il ruolo sociale che, a partire dal Cinquecento hanno iniziato a ad assumere, riuscendo anche ad abbattere le divisioni di ceto esistente all’interno della comunità. L’influsso che le confraternite hanno avuto anche a San Nicola Da Crissa, non è stato di poco conto. Nel piccolo centro delle Preserre, infatti, risultano tutt’ora attive due: quella del Santissimo Crocifisso e quella della Madonna del Rosario. Tra queste la più antica è quella dedicata al Crocifisso degli Angeli nata nel lontano 1669 per volere di due missionari. Quella del Rosario, invece venne costituita qualche secolo più tardi. La confraternita del Santissimo Crocifisso senza sorta come associazione penitente, era l’organo che si occupava della salvezza delle anime. Così per rimediare alla scomunica emessa da papa Onorio II, elesse San Nicola e Sant’Anna suoi protettori. Da allora la vita in seno alla confraternita continuò a fiorire fino ad arrivare ai giorni nostri. Si succedettero i priori, si cominciarono a svolgere i festeggiamenti in onore del Cristo durante il periodo di Quaresima e nel mese di settembre. In tutti questi anni non sono mancati i momenti di difficoltà e tra questi la causa “Precedentiae spiritualis est” del 2 maggio del 1927 contro la confraternita “rivale” del Rosario, indetta per il diritto di precedenza durante le processioni del Corpus domini e di San Nicola. Nel 2003, poi, la confraternita rischiò la chiusura. Durante il periodo di Quaresima, infatti, il sodalizio si apprestava a svolgere i riti che da secoli vengono officiati. In quel periodo lo stesso era retto dal commissario Domenico Teti, designato dall’allora vescovo della Diocesi Domenico Tarcisio Cortese, dopo che la cattedra che lo reggeva si era dimessa. Ad aiutare Teti, nel gravoso compito vennero nominati cinque membri di cattedra: Vito Ivone Marchese, Giuseppe Iori, Antonio Bellissimo, Giuseppe Imeneo e Antonio Galati. All’attività tipica delle celebrazioni quaresimali si accompagnava spesso la necessità di designare un priore in grado di guidare il sodalizio, una figura che fosse capace anche di  portare un rinnovamento generazionale. In una domenica di marzo, il commissario vescovile decise di dimettersi dalla carica. A questo punto gli altri membri pensarono che anche loro fossero decaduti. Così il parroco di allora don Francesco Galloro, unitamente al più anziano dei cinque, Giuseppe Iori interpellarono il vescovo di Mileto. Quest’ultimo ricevette dal prelato la nomina di priore in pectore fino a nuove elezioni. La cattedra rimase in carica scongiurando così il rischio di estinzione della confraternita. Oggi grazie all’impegno del suo predecessore e sotto la guida del priore Domenico Galati, la confraternita rivive i fasti di un tempo. A Iori e Galati, infatti si deve il merito di essere riusciti a rifugiare da una situazione disperata che rischiava di far scomparire l’antica confraternita del Crocifisso. Fu quello, comunque, il periodo più buio che i “crocifissanti” conobbero nella gloriosa storia del sodalizio.