Dal Quotidiano del 9 gennaio 2008
San Nicola da Crissa. Congiustì:”In 12 anni di attività ha descritto i luoghi della Calabria”
Già in edicola il nuovo numero del periodico
Di GB.Galati
San Nicola da Crissa.
Come già preannunciato è in edicola il numero di Natale dell'ormai noto
periodico locale “La Barcunata”. Il giornale ha compiuto dodici anni di
attività, si è pregiato e si pregia della firma di autorevoli collaboratori e
di gente semplice che da anni contribuiscono con i loro scritti a diffondere
cultura, tradizioni, storia locale, racconti popolari e altri argomenti di
attualità. Nel corso degli anni il giornale, composto solitamente di
trentadue
pagine, ha ospitato numerosi contributi con foto di personaggi del passato,
luoghi e paesaggi di pregevole bianco e nero. Il periodico conserva intatta la
sua veste tipografica molto gradita ai lettori, in copertina la bella immagine
della balconata con il monumento ai caduti. Si è deciso di intitolare il
giornale “La Barcunata” allo scorcio di paese più bello e panoramico, da dove si
possono ammirare decine di paesi del vibonese, del lametino e del reggino. Un
panorama mozzafiato che va dall’Etna al golfo di Sapri. Non a caso, Ferdinando
II di Borbone recandosi alla tenuta di Ferdinandea e alle ferriere di Mongiana
nel 1952, si è soffermato nell’odierna piazza Crissa e da là affacciatosi
pronunciò la famosa frase “Questo è veramente il balcone delle Calabrie”
che è riportata sulla testata del periodico. In questo numero interessanti e
numerosi sono gli argomenti trattati: la prima pagina è dedicata al Natale con
una canzone inedita dedicata alla “Ciarameja” i cui autori sono il noto
musicista Pino Puzzello e lo scrittore Pippo Prestia, anche a significare come
il giornale non trascura le realtà dell’intera provincia di Vibo Valentia. A
seguire “Il Natale di una volta “ di Sharo Gambino e “Gli spiriti
buoni de li Caruji” di Michele Roccisano, una vicenda realmente accaduta
negli anni venti a San Nicola da Crissa allorquando una famiglia ha dovuto far
ricorso all’intervento dell’esorcista Padre Leone Pileggi per vedere scacciati
gli spiriti dalla propria casa. Il prof. Nicola Gerardo Marchese si sofferma
invece sul nuovo Santuario di Mater Domini e l'Avv. Giovanni David dedica un
ricordo e una riflessione alla Compagnia Teatrale Pizzitana. Con questo numero
inoltre ha iniziato a collaborare il Prof. Maurizio Siviglia con un'articolo
sull’importanza del della flora e della fauna del lago Angitola. Interessanti i
ricordi scritti da Francesco Merincola con una nota su “Lu Sampavularu” e
Antonio Carnovale sull'artista cantante Rosa Balistreri “Una Rosa Siciliana”.
Sempre puntuale e scrupoloso il contributo dell’Ing. Antonio Tripodi dedicato
alle vecchie unità di misura. L’area del dialetto è ancora una volta curata
egregiamente dal poeta Francesco Mazzè, da Mico Tallarico e Michele Sgro. Bruno
Congiustì pubblica una ricerca sui neonati illeggittimi del 1800 i cui cognomi
sono stati assegnati alle vie o contrade del paese. Seguono gli interessanti
scritti di tre giovanissime firme che sono quelle di Benedetta Marchese, Felicia
Dirracolo e Natascia Fera. Il dott. Domenico Galati, Priore della Confraternita
del SS. Crocifisso, ha documentato sullo stato dell’arte che riguarda il
restauro in corso della settecentesca statua lignea del S.S. Crocifisso.
Continua anche su questo numero la traduzione da parte dell’Avv. Michele
Roccisano del famoso testo seicentesco del giurista Sannicolese Gian Giacomo
Martini, “Primo libro stampato nella Calabria Ultra, presso la stamperia dello
stesso autore con sede a San Nicola da Crissa”. Numerose infine le notizie della
redazione. Gli interessati possono trovare l’ultimo numero della Barcunata e gli
arretrati presso la sede della redazione. A tal proposito abbiamo voluto
rivolgere alcune domande al fondatore del periodico Bruno Congiustì:
Come è nata l’idea del Periodico “La Barcunata”
Negli anni passati il paese ha vissuto un notevole interesse intorno ai temi delle proprie tradizioni, delle proprie identità e della cultura locale in generale. Tutto ciò nasceva anche dalla constatazione che si stava affermado una società che tendeva a cancellare valori e significati che per una piccola comunità sono preziosi. L’idea di un periodico attraverso il quale raccogliere e diffondere, proporre e stimolare, è stato visto come uno strumento utile al servizio della comunità ma anche del territorio più vasto.
Quale la linea del vostro Periodico
Abbiamo pensato, altresì, di non dar vita ad un Periodico-contenitore dove pubblicare di tutto e di più, ma a qualcosa di più finalizzato che partisse dal coinvolgimento di tutta la comunità inclusa quella parte che vive fuori sede ed i cui rapporti col paese si vanno esaurendo salvo il ricordo e gli affetti. Abbiamo voluto dare voce a chi vive in paese ed a chi sta fuori e con tutti dare vita ad una raccolta di culture, di memorie, di storie scritte a più mani. Non mancano, infatti, scritti di artigiani, di emigrati e di semplici cittadini che stanno insieme con valenti studiosi del nostro comprensorio con i quali interaggiamo in una visione culturale non chiusa.
Quali sono i temi trattati in particolare
Fermo restando la vastità dei temi che vengono affrontati, possiamo citare in particolare, l’importanza di un recupero di forme dialettali da tempo verso il disuso, la proposizione di personaggi popolari scomparsi che hanno lasciato tracce idelebili nella piazza del paese, la riscoperta dei vecchi mestieri e della cultura della “Ruga” in quanto entità sociale e territoriale attraverso la quale meglio si comprende la vita e la storia di una comunità.
Quale gradimento è stato riscontrato
Il periodico ha subito suscitato interesse e riscosso notevole gradimento oltre che in paese e nel territorio provinciale, nelle nostre famiglie residenti all’estero e nelle città d’Italia da dove, nel contempo, è stata manifestata una collaborazione preziosa e molto utile ai fini della ricostruzione di fatti e vicende che hanno segnato la comunità. Tutto ciò ci consente di tenere aperto un fronte ampio di ricerche spesso trascurate o sottovalutate da certa letteratura.
Quali programmi per il futuro
Anzitutto, dei dodici anni di vita del periodico possiamo ritenerci orgogliosi e soddisfatti, poiché frutto di una passione coinvolgente che tiene in continua evidenza le nuove generazioni per quello che queste possono dare e ricevere. Dobbiamo sottolineare pure, come a volte si può portare avanti un progetto culturale serio senza essere sponsorizzati da istituzioni pubbliche o società private. Nei nostri programmi c’è l’impegno a dare più spazio anche alle altre realtà locali per una diffusione più ampia dei temi della cultura locale dando sempre più spazio a quelle firme che non si riconoscono nella cultura come business.