Dal Quotidiano e da Calabria Ora del 17 giugno 2008
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IL MESSAGGIO AI MATURANDI
Momento di prova, attese, bilanci e sogni
Vito Teti
assessore provinciale alla
Cultura e alle Identità
DESIDERO rivolgere a tutti gli studenti delle scuole della città di Vibo e di tutta la provincia vibonese, impegnati negli esami di maturità, un mio affettuoso pensiero e un sincero “in bocca al lupo”. Lo faccio nella qualità di assessore alla Cultura e alle Identità dell'Amministrazione provinciale di Vibo Valentia e per conto del presidente Francesco De Nisi. Ma anche come uomo di scuola, docente universitario, come padre di giovani alunni, che crede di conoscere bene i problemi, la bellezza, i limiti, le necessità del mondo scolastico calabrese e nazionale. Gli esami di maturità rappresentano un momento critico ma coinvolgente, di arrivo, di passaggio, fondamentale per gli studenti che li affrontano, ma anche per le famiglie e il mondo della scuola in generale. È il momento della prova, delle attese, dei bilanci, ma anche dei sogni, delle speranze, dei progetti delle nuove generazioni. È un'esperienza che viene vissuta con senso di responsabilità, con intensità, molto spesso con ansia e con premura, anche per le “sollecitazioni” che arrivano dall'ambiente familiare ed esterno. Mi permetto (facendo tesoro della mia esperienza) di invitare gli studenti a vivere questa prova con un senso di fiducia, con serenità, come momento di impegno e di liberazione, anche con piacere perché sarà una delle esperienze a cui poi torneranno spesso e con nostalgia nel corso della loro vita futura. Voglio evitare discorsi di maniera e rituali, ricordando che la scuola attraversa oggi un periodo di crisi, di difficoltà e di perdita di identità, che nel nostro territorio riflette ritardi e problemi di ordine più generale. Anche a dispetto di insegnanti, direttori di circolo e personale non docente che fanno della scuola non soltanto un mestiere, ma una ragione di vita, a volte una missione. Bisogna considerare la scuola il grande problema e la vera occasione di questo territorio. Ribadisco, dunque, quanto affermato in altre occasioni: il riscatto e la rinascita (economica, civile, morale) del nostro territorio debbono ripartire dalla scuola, dai saperi, dalla cultura, dai beni culturali, dalle risorse umane e intellettuali. Le parole che debbono scandire un difficile e lento processo di rinnovamento sono: spirito civico, senso del bene comune, etica, assunzione di responsabilità, rispetto dei ruoli e delle competenze. La politica, le istituzioni, le pubbliche amministrazioni devono fare molto di più per migliorare i servizi, rendere più agibili le scuole, favorire gli scambi e agevolare la crescita culturale del territorio. C'è bisogno di una nuova, convinta, condivisa politica per la scuola. I docenti, gli studenti, i direttori di circolo, gli uomini politici, i rappresentanti delle istituzioni, le organizzazioni sociali e produttive, il mondo del volontariato e la Chiesa devono sentirsi protagonisti attivi, scommettere sulla scuola e sull'istruzione, facendosi promotori di una programmazione e di iniziative che raccolgano le grandi sfide che abbiamo dinnanzi. La scuola è sapere, conoscenza, ma anche formazione,
apprendimento delle “regole”, della legalità. Ci troviamo spesso a criticare lo Stato e la politica, ma lo Stato e la politica siamo anche noi, tutti noi; lo Stato è anche la scuola che riusciamo a costruire. Tutti abbiamo la responsabilità educativa e didattica, il compito di non delegare agli altri e di impegnarci per una scuola che funzioni, dove si insegnino le regole, dove il sapere diventi crescita, dove i meriti vengano riconosciuti, dove si progetti il futuro. In un momento in cui l'Ente Regione (con i Por e piani strategici) sta offrendo disponibilità economiche e creando stimoli positivi, tutto il mondo della scuola e la società debbono farsi promotori di progetti ambiziosi, innovativi, essere capaci di valorizzare quanto di meglio si muove nella società, aprirsi, creare collegamenti, inventare reti, favorire incontri, interrogarsi sugli sbocchi futuri dei diplomi, delle lauree, creare legami tra sapere, mondo del lavoro e delle professioni. Gli auguri di buon lavoro sono rivolti, in maniera altrettanto sentita, ai docenti, ai commissari, a quanti sono impegnati ad accompagnare in questa importante opera di crescita e di passaggio i nostri giovani. A quanti, dopo un lungo lavoro, debbono anche valutare, giudicare, porsi il problema del futuro delle nuove generazioni. Sono note le difficoltà ed i ritardi di questo territorio, che spesso deprimono anche le persone più volenterose, creano apatia e senso di subalternità, ricerca di scorciatoie e pratiche private ed illusorie di problemi collettivi: per questo invito tutti noi a una maggiore attenzione, a un grande senso di responsabilità, all'impegno per valorizzare tutti, a partire dalle esigenze e dalla storia di ognuno e soprattutto dal merito (lontano da logiche che spesso danneggiano, soprattutto a livello civico e morale, l'intera società). L'augurio è che si tenga conto dei bisogni di tutti, ma si riconoscano i percorsi culturali, i meriti, i sacrifici, l'impegno, la passione degli studenti. Scriveva Corrado Alvaro: «La disperazione più grave che possa impadronirsi di una società è il credere che il vivere rettamente sia inutile». In importanti occasioni come questa è doveroso ricorrere a messaggi positivi, di fiducia, di speranza ai giovani; facciamo capire loro che essersi impegnati, avere studiato e avere acquisto dei meriti non sono state azioni inutili, vanificate in nome di una politica che si fa tentare dalle logiche dei privilegi e dei favori. Gli esami di maturità sono un'occasione formidabile per creare, anche in un clima gioioso e festoso, in un'atmosfera di grande vicinanza tra studenti e familiari, tra docenti e allievi, un senso civico e di responsabilità, uno spiccato spirito critico, pratiche di autentica solidarietà, forte sentimento della “comunità”. Il mio augurio ai giovani non sarebbe autentico senza l'impegno che, da postazioni diverse, tutti noi gli saremo vicini, nell'auspicio che questo importante momento di crescita personale e formativa li proietti verso un futuro radioso».