ROSOLIA, LA NONNA DELLA MONTAGNA
di Giuseppe Condello
Domenica triste,quest’ultima, domenica di lutti.
In una sola giornata, tre pessime notizie. Non bastava la morte,nella vicina Capistrano, di Giuseppe Ceniti, suocero del Professorino, e dell’indimenticabile Nicola Galati, Priore meritorio della mai nata Confraternita dell’Addolorata, senza l’apporto del quale la stessa non ha più senso, né voce, ma a rendere ancor più triste una giornata nata male, nonostante il sorprendente tepore di uno strano sole invernale, mi giungeva la notizia della morte di Nonna Rosolia, la Nonna della Montagna.
Si è spenta alla tenera età di 101 anni; tenera sì, perché tanto ancora aveva da insegnare a noi tutti.
Non ho avuto, ahimè, la Fortuna di apprendere i suoi insegnamenti, per ovvi motivi anagrafici, quando lei era ancora in Forze, ma di qualche breve lezioncina, di qualche piccolo aneddoto ho avuto modo di usufruire e gioire.
La conobbi, quando candidatomi all’elezioni comunali nel lontano 1997 mi recai nelle zone alte del nostro paese per conoscere, parte di un abitato diverso da quello che ero solito frequentare, ascoltare i pensieri di quella gente, assecondare i loro bisogni, carpire i loro segreti.
Erano i primi giorni di novembre del 1997; m’imbattei, presto, in quella donna di corporatura così minuta, così fragile, ma rigorosa nello sguardo e di forte temperamento nell’agire, arguta all’inverosimile.
Mi colpì subito: per la sua sofferta dolcezza, per la sua ponderata semplicità.
Volli ascoltarla, studiarla, interrogarla.
Mi presentai e lei,subito, mi disse: “ Giuseppe Condello, lu figghiu de lu Maestru, brava perzuna papà Vostro , mi fice puru la domanda de accumpagnatore”.
Notai che nel parlare, mi osservava,mi scrutava, mi studiava.
Subito mi diede fiducia ed entrammo in confidenza.
Mi raccontò della sua vita, dei suoi figli, anche della povertà.
Rimasi a parlare con lei per diverse ore.
Tornai più volte a trovarla.
Credo che siano state delle proficue giornate, grandi lezioni di vita.
Mi confidò che quando era in forze faceva quattro "Furnati de pane" a settimana ed ai figli toccava “Pane e Olivi”, cibo umile e povero, ma sacrificato e dignitoso.
Nei suoi racconti si leggeva la Sofferenza di chi aveva patito, ma anche la Dignità di chi aveva lottato, di chi aveva allevato sette figli con sacrifici enormi, ma con grande Amore.
Senza che io ne avessi mai fatto cenno, un giorno mi disse: “ Sacciu ca siti candidatu ed eo vogghiu mu Vi votu ca siti na Speranza, ma su analfabeta. Pecchì non facimu lu certificatu, accussì votati Vui”.
Gli replicai: “Non vi preoccupati, non m’interessa”.
E lei “ Non interessa a Vui, interessa a mia”.
E così fu.
Giorno 11 novembre 1997, di buon mattino lei giunse in Comune con il marito, ancora vivente in quella data, e l’amico candidato consigliere Micu Pileggi che mi disse: “Disse ca a mu vota a tia, ca sinnò sinde torna”.
Lei mi si avvicinò.
Giuseppesro, levatimi dalla Dottoressa.
La guardai, mi convinse, la accompagnai.
I certificati erano fatti dalla compianta Dottoressa Mariella Fera,moglie di Filippo Forte, persona estremamente rigorosa e professionale nello svolgere il suo lavoro.
Ci accomodammo. La dottoressa non si mise a ridere per pura educazione.
La fece sedere e gli chiese di prendere in mano la penna.
Nonna Rosolia faceva finta di non capire puntando con lo sguardo fisso sul tavolo.
La dottoressa Fera gli mise la penna in mano, ma lei la lasciò cadere.
Al che la dottoressa ridendo e strizzandomi l’occhio esclamò: “ Rosolia ti lu fazzu lu certificatu, ma non ti scordare ca aere mi portasti la solita minestra settimanale”
Rosolia sorrise soddisfatta e assentì,esclamando sottovoce: “La Menzogna duve bisogna”.
Votai,anzi Votammo,entrambi appagati.
Spero di non tradir la tua fiducia nonna Rosolia e di essere sempre nel mio piccolo, una “Speranza”.
Grazie.
Un’altra Stella in cielo, attraverso la quale filtra la luce dell’infinito: una luce di Bontà, Semplicità, ma soprattutto……….. Dignitosa Caparbietà, perché come ama ricordare qualcuno non è vero che CHI NON HA, NON E’.