22 maggio 2009

...vai e vinci

di Vito Galloro

I Pegaso - gennaio 1996

 

Che toccasse a me la felice incombenza di salutare la tua prima grande  performance a livello nazionale l’ho sempre pensato, che quel momento potesse materializzarsi così presto è stato come un dirompente sussulto  nella mia attuale ordinaria quotidianità.

Mercoledì 20 maggio ore 11 mentre scorro frettolosamente le ultime notizie sui nostri siti paesani m’imbatto negli auguri che Francesco Galati rivolge ad Alessandro d’Acrissa (?!).Senza neppure il tempo d’interpretare il frastuono che m’invade la mente in una sorta di trance mediatico  smanetto nervosamente tra mouse e tastiera alla ricerca del video fatale. Vi giungo affannato e lì il crogiuolo di emozioni che in un crescendo rossiniano  vado provando è assai difficile da descrivere.

Innanzitutto mi sembra non banale  ricordare che la magica visione  avveniva all’interno dell’Istituto Magistrale di Vibo proprio dove in un’indimenticabile 27 maggio 1997 il nostro complesso Pegaso, nell’ambito del progetto “La scuola incontra le nuove risorse del territorio”,tenne un concerto che senza retorica può definirsi come  il  vertice massimo raggiunto nel corso della nostra parabola artistica. Eravamo,fra l’altro, freschi reduci dalla sala d’incisione e il nostro Cd “Riflessi” impazzava nei juke-box di S.Nicola.

L’entusiasmo degli oltre mille alunni dell’Istituto (90% ragazze!)ci travolse o meglio travolse il nostro giovanissimo frontmen,  gran bel fighetto ma soprattutto dotato di una voce che già allora bucava il cuore. Ricordo che alla fine dell’esibizione fosti letteralmente sommerso da quella marea di teenagers ed io,osservando quel gioioso assalto,dall’alto della mia età matura,mi chiedevo a quanti bagni di folla saresti andato incontro nel futuro radioso che già allora immaginavo per te  dacchè,come suol dirsi, la classe non è acqua.

Io non so se tu te ne sia accorto (forse l’emozione di un cimento così impegnativo te l’ha impedito) ma durante la tua esibizione su Rai 1 noi tutti Pegaso eravamo alle tue spalle, invisibili naturalmente ma ebbri di un’ emozione quantomeno pari alla tua,abbracciati l’un l’altro come quelle ultime concorrenti di miss Italia che si giocano il titolo.Io stavo tra Francesco e Stefano,poi c‘erano Gregorio,Cocò,Vittorio,Pasquale,Antonio e via via tutti gli altri che hanno partecipato a quell’esaltante settennio di amicizia,musica e bagordi.

Ero attentissimo a  tutto ciò che avveniva in quel teatro ma subito sono stato come assalito dal tuo piglio deciso e sicuro,ho sorriso agli sdolcinati complimenti della conduttrice ma soprattutto mi sono appassionato a quelli ben più mirati e competenti espressi  da quell’ autentico santone che è il maestro Vince Tempera.

Noi tutti,sempre più avvinghiati in quell’abbraccio vibrante, ci guardavamo con occhi lucidi di emozione e pur nell’ovattato silenzio imposto dalla circostanza sembrava volessimo urlare all’unisono,proprio come le mamme di quelle residue aspiranti al titolo di miss : “Ma guarda tu che portento che abbiamo messo al mondo!”. Con buona pace di mamma Teresa (alla quale promettiamo una serenata sul  leitmotiv “benedetta,benedetta la mamma tua,che t’ha fatto,che t’ha fatto così bello…”).

A proposito,ma lo sai che nella ripresa televisiva mi ha molto colpito la tua bellezza,intesa nel senso più spontaneo e immediato del termine. Suvvia non malignare! (anche se è lecito in tempi bui come questi).  Detto da uno come me che notoriamente ha sempre  ed esclusivamente declinato i propri desideri al femminile (di quante battutacce da caserma mi avete fatto segno,ricordi?!)  mi sembra un complimento da poter incassare con rassicurante sorriso.

Tu conosci bene  la mia smisurata passione per il cosiddetto “bel canto” oggi facilmente assecondata da quel meraviglioso mostro che è Internet grazie al quale sono riuscito ad assemblare un’oceanica raccolta di tutti i generi musicali ma in cui la tradizione lirico-sinfonica la fa da padrona. 

Ebbene sono pronto a scommettere che la prossima esplosiva emozione che mi farai vivere sarà il giorno in cui nella mia cartella dal titolo “Nessun dorma” che già annovera oltre trenta differenti versioni (dai Tre Tenori singoli od in formazione a Bocelli,da M.del Monaco a G. di Stefano  passando  per F.Corelli) potrò festosamente adagiare anche quella di Alessandro d’Acrissa.

Non ti spaventare! Sarà una sorta di beneaugurate ingresso nell’Olimpo che,son certo,potrà ancor più suscitare nuovi  stimoli per vette sempre più ardite.

  

“All’alba vincerò” ti ho sentito cantare con una voce e un portamento che,per dirla con espressione trita ma non priva di efficacia,hanno bucato il video e, in diretta prosecuzione, il nostro stomaco. Ebbene “Vai e vinci!” io ti dico, mutuando la celebre frase con la quale il mai abbastanza compianto comune amico Colantone porgeva i suoi sanguigni auguri,sempre arrangiati sullo spartito  di tintinnanti bicchieri di Ballantine’s, a chi fosse in procinto di  cimentarsi in  un’opera impegnativa.

Vincerai,Alessandro!Non foss’altro perché a far da cornice alla superba purezza delle tue corde vocali c’è ancora,e son certo ti accompagnerà lungo tutta la tua carriera,lo spontaneo atteggiamento di ragazzo amabile e che sorride alla vita,esemplare puro e autentico della genìa sannicolese.

Noi  Pegaso saremo sempre accanto a te,fieri di un inestinguibile sodalizio umano prima ancora che artistico e felicemente ansiosi di condividere i tuoi futuri trionfi.

Con il fraterno affetto di sempre

 

1 agosto 1993

 

 

Spadola - 22 gennaio 1994