Da Calabria Ora del 19 dicembre 2010
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Dalle ferriere all’Unità se ne parla con Furci
art. e foto di Nicola Pirone
SAN NICOLA DA CRISSA – Il dibattito sulla libro di Michele Furci “I metallurgici di Calabria”, tenutosi nel salone conferenze del museo del Crocifisso nella serata di venerdì,ha fornito l’occasione per ricordare quanto di buono c’era in Calabria prima dell’Unità d’Italia, che celebra il suo 150esimo anniversario il prossimo anno. Sulla base di quanto raccontato da Furci, il pubblico presente si è posto alcune domande ricevendo puntuali e precise risposte. A fare gli onori di casa è stato il consigliere del direttivo, che oggi guida la confraternita del Crocifisso Nicola Pirone, che ha voluto ringraziare l’ente comunale per avere scelto il museo come sede del dibattito e Michele Furci per avere accettato di buon grado di discutere la sua opera. Poi è stato il turno del consigliere comunale Daniela Marchese, moderatrice della manifestazione la quale ha portato i saluti da parte dell’amministrazione ed illustrato la serie d’iniziative che vedranno impegnate Comune, Sistema bibliotecario vibonese e cooperativa Stella del Sud con il progetto “Legalmente”. Il primo a prendere la parola è stato il giornalista Bruno Vellone, il quale si è voluto soffermare sulle ferriere di Mongiana. La classica presentazione del libro non ha avuto luogo, perché è stato il pubblico a porgere con molto interesse delle domande all’autore. Alcune riguardanti i pro e i contro dell’Unità d’Italia per il mezzogiorno. Interessante la risposta. <<Nelle ferriere di Mongiana – ha spiegato infatti Furci - lavoravano circa 1800 operai; purtroppo con l’unificazione sono state chiuse e trasferite al nord, con le macchine vendute per pochi soldi. Eppure – ha proseguito- in Calabria abbiamo un sottosuolo ricchissimo di minerali, alcuni sfruttati ed altri no. Nel vibonese come nel cosentino e nel reggino vi erano perfino delle miniere d’oro e la Calabria era una delle regioni più ricche. Si arrivava dalla Germania per lavorare a Mongiana, dove tra l’altro gli operai avevano conquistato dei diritti che poi si sono affermati più di un secolo dopo. L’Unità d’Italia – ha sostenuto l’autore- dal punto di vista del lavoro è stato un danno per le nostre zone, con la manodopera trasferita al nord>>. Infine, il ringraziamento agli organizzatori del dibattito ed al pubblico in sala che ha permesso di centrare l’obiettivo, ovvero, ha concluso Furci :<< far conoscere quanto di buone c’era in Calabria, confrontando il passato con il presente>>.