Dal Quotidiano del 7 settembre 2010
Il personaggio
Originario del vibonese, è vicesindaco di Senna Com’asco, con più parchi in assoluto
Galati e il paese più verde d’Italia
di Giulia Fresca
Quando Alessandro Manzoni scrisse
“Quel ramo del lago di Como, che volge a mezzogiorno…”, non immaginava che da
quel luogo lo sguardo sarebbe stato rivolto ad un altro Sud, quello che il cuore
di un meridionale sente battere nel suo petto.
A Como la presenza calabrese è elevatissima. Non sono emigranti ma professionisti affermati che lì hanno trovato il giusto riconoscimento al loro merito. Tra loro spicca Bruno Galati, avvocato non ancora quarantenne, ma uno dei pochi specializzati in Italia in diritto industriale che, lasciando San Nicola da Crissa, nel vibonese e richiestissimo in importanti e delicati processi, non dimentica la sua terra ed i suoi amici. Ora è vicesindaco di Senna Com’asco, paese più verde d’Italia.
Dalla Calabria alla Lombardia, quale bagaglio si è portato dietro?
“La mia formazione universitaria e professionale sono maturate a Milano e Como, ma tutta la mia storia presente trae origine dagli anni trascorsi in Calabria ed a San Nicola da Crissa. Da questa terra difficile puoi allontanarti fisicamente ma ad essa il cuore rimane attaccato come il tronco alla radice”.
La professione di avvocato e la passione politica messa a servizio di una comunità dove anche il sindaco è calabrese. E’ un caso?
“Non so se si tratta di un caso. La passione politica, perché possa essere vera, deve mettersi al servizio della collettività, ed insieme ai miei colleghi della Giunta stiamo cercando di conseguire questo risultato. Anche il mestiere di avvocato è sospinto da grande passione. Passione per i codici e le norme, senza mai dimenticare che dietro ogni causa da risolvere si cela l’aspettativa di una persona”.
Vicesindaco ed assessore alla cultura ed all’urbanistica di Senna Com’asco, con due primati: il paese dei parchi e del laboratorio culturale.
“La mia Amministrazione Comunale ha dato priorità all’ambiente ed alla cultura. Da poche settimane abbiamo inaugurato il decimo parco cittadino, un record provinciale e stiamo portando avanti una rigorosa politica edificatoria per far sì che lo sviluppo urbanistico sia compatibile con l’ambiente e il territorio, evitando che il favore reso al singolo si traduca in danno per la collettività. Quanto alla cultura, siamo gli unici in provincia ad aver creato un Laboratorio Culturale, ovvero un luogo d’incontro e discussione aperto a chiunque sia disponibile a mettersi in gioco creando e progettando tutte le iniziative culturali sociali che vengono realizzate. Ogni evento parte dal coinvolgimento diretto dei cittadini e soprattutto dei giovani e questo nuovo modo di fare cultura sta riscuotendo grande successo tra le persone anche sulla stampa”.
Ritorna in Calabria con gioia e va via con il rammarico che nulla o poco è cambiato. Cosa non funziona davvero in Calabria?
“Il grande poeta Kahlil Gibran diceva che per vedere la montagna nella sua interezza bisogna allontanarsi da essa. Coloro che hanno lasciato la Calabria dopo averla vissuta per diversi anni, forse, godono di questo osservatorio privilegiato. Oggi da lontano vedo cose che prima non riuscivo a percepire e mi porta a dire che noi calabresi abbiamo due grossi limiti: siamo eccessivamente fatalisti e tendiamo ad attribuire le responsabilità all’altro. Tutto quello che non funziona e non va bene, umilia la nostra dignità che, noi calabresi, dobbiamo riconquistare attraverso un’unica via: lottare seriamente per i nostri diritti ma anche saper sopportare i nostri doveri”.
Il segreto di Bruno Galati è “saper ascoltare” ciò che lo circonda, ricordando che il suo presente si regge sulle spalle del “suo passato” calabrese