...la malinconia del tuo sorriso
Caro Franco,
perché morire a quarant’anni, dopo che una paura durata tanto tempo era diventata una speranza?
Perché morire a quarant’anni, dopo pochi mesi dalla nascita dei tuoi bellissimi figli Saverio ed Olivia?
Noi non sappiamo trovare una risposta.
La danno per noi i grandi uomini della storia (santi per chi ci crede) con i loro insuperabili insegnamenti. Diceva Sant’Agostino: «Non ti chiediamo perché ce l’hai tolto, ma ti ringraziamo, o Signore, per avercelo dato».
Caro Franco,
la prima volta che ti abbiamo conosciuto avevi la bellezza dell’adolescente; con i tuoi quindici anni partecipasti, qui, a San Nicola ad un torneo estivo organizzato dall’Arci.
Corresti i cento metri e fosti un fulmine sul traguardo.
Siamo rimasti incantati (qualcuno ancora se lo ricorda) dalla tua bellezza: fisico asciutto, snello, quasi divino, corresti e distaccasti tutti in un baleno.
Caro Franco,
eri stato vittorioso anche sulla leucemia; con molto coraggio stavi scommettendo sul tuo futuro.
Riservato, di poche parole, con un sorriso che non ti abbandonava mai; noi ti ricorderemo così, rispettoso dei tuoi genitori e dei parenti.
Noi ti ricorderemo così, onesto e buono, e ti vedremo sempre rinato due volte nei tuoi bambini.
Ancor più tuo padre e tua madre, che si ritrovano oggi a ricominciare ricchi del tuo ricordo.
Avranno certamente il necessario coraggio, soprattutto tuo padre che non si è mai fatto sconfiggere dal destino.
Tuo padre, che ritroverà la grinta di quando a sedici anni partì per la prima volta in cerca di lavoro.
Rivedremo nei nostri ricordi sempre la malinconia del tuo sorriso.