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Dalla Gazzetta del Sud del 27 marzo 2012
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Chiude "Villa Sara", addio a 30 posti di lavoro
Prestia (Uil): «Incredibile come questo territorio riesca a mortificare ogni aspettativa di crescita»
SAN NICOLA DA CRISSA Villa Sara chiude. Trenta dipendenti perdono il posto di lavoro e gli ospiti dovranno trovare una nuova struttura in grado di assisterli o tornare nelle famiglie d'origine. È un duro colpo quello che si va profilando. L'amministratore delegato Carmelo Militello ha già preannunciato al segretario generale della Uil, Luciano Prestia, di aver avviato le procedure che porteranno al licenziamento dei dipendenti e alle dimissioni di tutti gli ospiti.
Il diritto a una vecchiaia tranquilla, il diritto al lavoro, l'assistenza alla persona sembrano non essere più di casa in Calabria. A Serra San Bruno, l'ospedale è stato ridimensionato, a Filadelfia i dipendenti della casa protetta non vedono uno stipendio da più di due anni, a San Nicola da Crissa una struttura d'eccellenza nell'accoglienza agli anziani è costretta a chiudere.
«Nonostante gli sforzi economici, nonostante l'aver battuto tutte le strade e non aver lasciato nulla d'intentato, mi vedo costretto, con grandissimo dolore personale oltre che con un senso di sconfitta dal punto divista imprenditoriale, a portare i libri i tribunale»: è quel che l'amministratore delegato ha detto al segretario della Uil, lasciando pochi margini alla speranza. «È tanta l'amarezza – ha aggiunto Militello – perché ciò significherà che per questo territorio non ci sarà mai nessuna possibilità di miglioramento».
Non sono nuove le problematiche con cui Militello si è dovuto scontrare in questi anni e che ha tenuto a ribadire: «A fronte di un progetto di prim'ordine e di un impegno finanziario di diversi milioni di euro, non abbiamo riscontrato quasi nessuna attenzione da parte delle istituzioni e dei soggetti coinvolti, sia a livello provinciale che a livello regionale. Abbiamo incontrato politici e funzionari, ma al di là di belle parole e di facili promesse, non è stato fatto nulla di concreto per aiutare questa struttura, che ho caparbiamente voluto tenere aperta contro tutte le evidenze contrarie».
Villa Sara, però, si vede ora costretta a prender atto della realtà e che non vi sono i margini per il proseguimento dell'attività. Entro la fine di marzo, la struttura chiuderà.
Il segretario della Uil, da parte sua, ha rilevato che quello che si profila è «un dramma non solo dal punto di vista della società, ma soprattutto – ha sottolineato Prestia – dal punto di vista dei lavoratori e le loro famiglie, così come per il tessuto sociale del vibonese, con tanti degenti che ormai si erano affezionati al personale e alla villa stessa. Ma anche per le loro famiglie che ora dovranno farsi carico dei familiari forzatamente dimessi. È incredibile – ha commentato Prestia – come in questo territorio vengano mortificate tutte le aspettative di crescita sia in termini sociali che economici. Villa Sara è stata realizzata attraverso lo sforzo economico di un imprenditore che ha speso cinque milioni di euro senza nessun contributo pubblico, per dare un servizio altamente sociale al territorio e dare occupazione per ora ad una trentina di operatori ma che a regime dovevano essere il doppio».
Prestia ha interessato immediatamente la Prefettura perché, riconoscendone l'urgenza, si ponga quale soggetto in grado di sollevare la problematica ai massimi livelli coinvolti che, in questo caso, son individuabili nella persona del presidente della Regione, Giuseppe Scopelliti.