11 novembre 2013
Vito Teti stravince il
Premio Tropea
Il Sud vuole essere
parlato, ma deve anche saper parlare…
di Chiara Fera
Docente di etnologia presso la facoltà di lettere e filosofia
dell’Università della Calabria (dove ha fondato e dirige il Centro di
Antropologie e Letterature del Mediterraneo), Vito Teti ha vinto, ottenendo
136 voti, il premio ideato e promosso dall’Accademia degli Affaticati, il
primo concorso nazionale ad aver veicolato i libri in formato e-book; 27
sono stati invece i voti ottenuti da Edoardo Albinati con “Vita e morte di
un ingegnere” (Mondadori, 2012) e 25 da Benedetta Palmieri con “I
Funeracconti” (Feltrinelli, 2011). Ad emettere
il verdetto sono stati i 409 sindaci della Calabria col voto
combinato di una giuria popolare composta da 41 persone. Prima del docente
di Aracavacata, il Premio Tropea è stato vinto da Mimmo Gangemi (La signora
di Ellis Island), Donatella Di
Pietrantonio (Mia madre e’ un fiume), Mattia Signorini (La Sinfonia del
tempo breve), Carmine Abate (Gli anni veloci), Gianrico Carofiglio
(Ragionevoli dubbi), Roberto Saviano (Gomorra). Per lo scrittore
Mimmo Gangemi l’edizione 2013 del Premio Tropea
“Ė stato un evento straordinario, con l’alta qualità della cultura,
dell’arte e delle intelligenze del panorama nazionale e oltre. Un importante
veicolo pubblicitario per questa terra martoriata che in questi giorni del
Festival ha saputo mostrare all’Italia il suo volto più vero, più fattivo,
più concreto, senza gli stereotipi negativi che le sono stati costruiti
addosso. Sono stato orgoglioso del mio personale coinvolgimento in un evento
così importante e significativo. Onore e merito a Gilberto Floriani,
Pasqualino Pandullo, Livia Blasi, Maria La Gamba, Maria Teresa Marzano,
tanto per citare alcuni degli ‘eroi’ capaci di un simile miracolo di
operosità e concretezza, complimenti al vincitore del premio Vito Teti e
agli altri due finalisti, un grande grazie ai numerosissimi e prestigiosi
ospiti e alle città di Tropea, Vibo Valentia, Serra San Bruno e Soriano,
sedi degli eventi. Bello il clima di armonia, amicizia e tranquillità che si
è respirato in ogni momento. Una squadra vincente che ha saputo votarsi a
una causa altamente meritoria qual è la cultura. È infatti attraverso la
cultura – aggiunge l’autore del ‘La signora di Ellis Island’ – che
riusciremo a realizzare una Calabria migliore che impari presto a procedere
con lo stesso passo delle regioni più progredite; già ci stiamo riuscendo,
se ne colgono i primi segni. Siamo partiti dal Tropea Festival, tutti
assieme verso un obiettivo concreto e di crescita, e arriveremo lontano”.
“Il patriota e la maestra” è la ricostruzione storica risorgimentale che
segue le tracce delle vicende private e politiche di un patriota e di una
maestra, un romanzo-saggio sul Risorgimento, una disquisizione geografica di
un’Italia non ancora unita: lui rivoluzionario in lotta per la difesa della
Costituzione e dell’unità del Paese, lei anticipatrice del movimento
femminista. Sullo sfondo la storia d’Italia.
Storia
locale e storia nazionale, narrazione coinvolgente e minuziosità
antropologica: ne esce fuori una nuova lettura del Risorgimento italiano, in
chiave non più semplicisticamente economica e politica, ma analizzato alla
luce dei fattori culturali e sociali. Il rapporto antropologia-letteratura
e’ al centro della scrittura di Teti, ma i temi dell’emigrazione e del
Mezzogiorno stretto fra arretratezza e modernizzazione costituiscono i punti
chiave per comprendere i “messaggi” di uno degli intellettuali meridionali
più lucidi e prolifici (Teti ha scritto tra l’altro “Il pane, la beffa e la
festa.
Alimentazione
e ideologia dell’alimentazione nelle classi subalterne”; “Le strade di casa.
Visioni di un paese di Calabria” in collaborazione con S. Piermarini; “La
razza maledetta. Origini del pregiudizio antimeridonale”; “La melanconia del
vampiro. Mito, storia, immaginario”; “Il colore del cibo. Geografia, mito e
realtà dell’alimentazione mediterranea”; “Il senso dei luoghi. Memoria e
vita dei paesi abbandonati”; “Storia del peperoncino”; Ha curato i volumi
“Mangiare meridiano. Culture alimentari del Mediterraneo” e “Storia
dell’acqua. Mondi materiali e universi simbolici”). Il Premio letterario
nazionale Tropea si e’ svolto all’interno della seconda edizione del “TropeaFestival
Leggere&Scrivere”.
All’antropologo che ha indagato a lungo sui “paesi doppi” della Calabria ed
ha approfonditamente analizzato le problematiche dell’entroterra, abbiamo
posto delle domande Professore, che valore attribuisce al Premio Tropea?
Il Premio
letterario Tropea, senza dimenticare altri importanti e qualificati Premi
che si svolgono in Calabria, ha una visibilità nazionale, coinvolge scuole e
amministratori di tutta la regione, e legato all’iniziativa “Leggere e
Scrivere” attira nella regione studiosi, scrittori, saggisti, giornalisti di
ottimo livello. Insomma mi sembra – e non lo dico adesso per il fatto di
avere avuto il riconoscimento – un modo felice di aprirsi alla cultura
nazionale e anche di promuovere all’esterno alcune delle produzioni
culturali e intellettuali qualificate che esprime, pure tra tante
difficoltà, la Calabria. Se si vive un Premio in maniera pacata e senza
enfasi, senza insomma che ci modifichi la vita, penso che i buoni Premi
hanno il merito di promuovere la lettura e la scrittura e questo non è poco
per la nostra regione.
Che cosa
significa il Premio Tropea per uno scrittore, ma soprattutto per un
intellettuali dalla forte caratura meridionalista come lei?
Significa,
certo, un riconoscimento che fa piacere e che aiuta molto a rendere ancora
più visibili e note tematiche e problematiche che considero cruciali e
attuali. Il Sud, per parafrasare Alvaro, vuole essere parlato, ma deve anche
sapere parlare, deve riscoprire il desiderio del confronto e del dialogo,
senza soggezione e senza retorica. Essere “meridionalisti” oggi significa
anche sentirsi parte di un mondo più vasto, problematico, insicuro
e,insieme, affascinante.
Qual è lo
scrittore contemporaneo cui si sente più vicino?
Provo a
fare, in ordine alfabetico, dei nomi di scrittori che amo: Paul Auster,
Amitav Gosh, Milan Kundera, Philip Roth, Amos Oz.Naturalmente, amo tanti
scrittori italiani e calabresi che non cito per non fare un lungo elenco.
Il Premio
Tropea è senz’altro un punto di
passaggio per lei, può dirci a cosa sta lavorando?