I ragazzi raccontano la Shoah

di Rosalba Pelaia

foto di Lorenzo Cosentino

 

Arbeith macht frei – Il lavoro rende liberi” una forte interpretazione di quella che fu la frase posta all'ingresso dei campi di concentramento nazisti, la sintesi delle menzogne sui campi di concentramento nei quali i lavori forzati e la condizione disumana dei prigionieri andavano in netto contrasto con il vero significato del motto stesso, rappresentata in uno dei cartelloni realizzati dai ragazzi della scuola secondaria di primo grado di San Nicola da Crissa, per “Il giorno della memoria” durante la Settima edizione “I giovani raccontano la Shoah”. Alla manifestazione oltre ai ragazzi  coordinati dalla docente Caterina Valente, vi erano presenti il Sindaco di San Nicola Giuseppe Condello, il parroco don Tonino Vattiata, la dirigente scolastica dell'IC di Vallelonga Maria Luisa Lagani, Francesco Scopacasa presidente dei dirigenti scolastici, Lorenzo Cosentino presidente consiglio d'istituto, Massimiliano Cervo comandante stazione Carabinieri di San Nicola, docente e storico Antonio Galloro. Francesco Andreacchi sindaco di Simbario, Nicola Pirone L'Ora della Calabria coordinatore dei lavori e infine allievi e docenti della scuola media di Spadola che hanno consegnato dei lavori a tema. “E' una giornata da ricordare non è un caso che questo giorno sia stato stabilito dai membri del consiglio dell'Onu in quanto proprio in questa data l'Armata rossa liberava il primo campo nazista” la Dirigente scolastica Maria Luisa Lagani durante il suo intervento sottolinea il nostro primo dovere nei confronti di “coloro quanti hanno perso la vita e quanti hanno rischiato di perderla, non dobbiamo sottovalutare il razzismo corrente, bisogna denunciarlo e risvegliare le nostre coscienze”, a seguire l'intervento di Giuseppe Condello il quale subito mette in evidenza quelle che furono le “parole di Giovanni Furlano (sannicolese internato nei campi di concentramento tedeschi e scomparso qualche mese fa) di come fosse messa a dura prova la vita dell'uomo, soprattutto nell'alimentazione”. E con l'invito ai ragazzi a “fare un'esperienza di vita quando saranno grandi, a visitare i campi di Auschwitz e Birkenau per capire meglio quello che ha vissuto questa gente” Don Tonino Vattiata dichiara inoltre “la chiesa ha aiutato gli ebrei, anche Pio XII accusato di aver taciuto su questi orrori, ma che protesse le vittime delle persecuzioni razziali, in particolare ebrei, salvandoli dalla deportazione e facilitando la fuga dei rifugiati”. Il preside Francesco Scopacasa mette in risalto quella colpa di chi è rimasto in silenzio a guardare “la tempesta devastante che provocò la morte di circa 15 milioni di anime”. “Il difetto di questo popolo è stato quello di essere stati sempre dei grandi economisti e per questo perseguitati da tutti fin dai tempi antichi” il pensiero espresso dal docente e storico Antonio Galloro durante la manifestazione, e il ricordo di Mandela “esempio di integrità e perseveranza (cit.Raul Castro) come portatore di pace anche da morto per la storica stretta di mano tra il presidente Raul Castro e Obama nel giorno del suo funerale” da parte del giornalista Nicola Pirone. Dopo i saluti i veri protagonisti sono stati i ragazzi che hanno recitato le poesie: L'Italia ripudia la guerra, scarpette rosse di Joyce Lussu, interpretato la canzone del bambino nel vento di Guccini (Auschwitz), l'Olocausto della libertà di Mandela e due relazioni: I giovani e la scuola e l'Italia dalle  leggi razziali ai matrimoni misti. E infine la chiusura con  l'Inno di Mameli e l'Inno alla gioia.