Tragica fine per la nostra compaesana Vituccia Pasceri, che viveva alla periferia di Vibo Valentia, a Vena di Ionadi.

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La storia di vituccia, travolta da un'auto pirata.

Una vita spesa con l'amore per i cani.

di MICHELE GARRÌ

Si chiamava Vituccia Pasceri. È morta a 68 anni, prematuramente. Si potrebbe dire che è morta sul campo. Perché se n’è andata in una mattina come tante, come molte altre della sua vita. Ore dedicate agli animali, ai cani in particolare. Questa mattina, il sole si era alzato da poco, Vituccia si trovava sul ciglio della strada statale 18, nei pressi dell’incrocio dell’ex centro commerciale Le cicale. Lì nei pressi c’erano alcuni bidoni dell’immondizia. Gli scarti, gli avanzi di cibo, quotidianamente Vituccia cercava di recuperarli perché se non erano buoni per l’uomo, lo erano certamente per gli animali. I cani, soprattutto. Quelli che ha sempre amato, e dai quali ha ricevuto lo stesso amore. A queste bestiole portava sempre qualcosa da mangiare. Che fossero per strada, che fossero al canile, Vituccia si prodigava. Chi la conosceva parla di una donna generosa, che i suoi amati cani, tanti erano, spesso li doveva portare da una parte all’altra per evitare di incorrere nelle lamentele di qualcuno.

L’esatta dinamica dell’incidente la stanno ricostruendo ora i militari della Compagnia di Vibo Valentia guidati dal capitano Diego Berlingieri. In particolare, si stanno analizzando le riprese delle telecamere di videosorveglianza installate su alcuni esercizi commerciali o di privati cittadini. Probabilmente nessun obiettivo ha inquadrato perfettamente il luogo dell’impatto, ma di sicuro l’area immediatamente precedente e successiva. Non dovrebbe essere difficile, dunque, risalire all’auto pirata, che dopo l’impatto è fuggita via senza fermarsi, tanto che il cerchio si starebbe stringendo ad alcune autovetture con i relativi conducenti.

Questa mattina, a testimonianza della particolarità del caso per i suoi risvolti umani, sul posto era presente anche il comandante provinciale dell’Arma Daniele Scardecchia. Perché Vituccia era conosciuta da molti, in città e fuori. Era la “signora dei cani”. Alla sua famiglia e alle sue amate bestiole non restano che le lacrime e il ricordo.