Da “Il Quotidiano” del 24/06/2005

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Presentata a Vibo Marina l’ultima fatica del poeta-saggista italo-canadese

Le liriche di Antonio Mazza

Tra i relatori l’antropologo Vito Teti, Barbara Citton e Lello Greco

 

Si è svolto presso l’Hotel Cala del Porto, l’incontro con il poeta saggista italo-canadese (Ottawa), Antonino Mazza. L’occasione è servita per conoscere da vicino un personaggio singolare per la sua capacità comunicativa, giunto a Vibo Marina per presentare la sua ultima fatica: “La nostra casa è un orecchio cosmico”.

L’iniziativa di discutere su questa tematica profonda e complessa, è stata promossa dalla Fondazione “Tommaso Giusti”-Onlus e dal “Centro di antropologie e letterature del Mediterraneo”. Ha introdotto i lavori Raffaele Greco, che ha sottolineato il modo in cui lo scrittore canadese, sia riuscito a trovare la maniera più consona per fotografare un percorso autobiografico esperienziale che lo lega alla sua terra natia: “E’ la storia di una emigrazione positiva che esce fuori dagli stereotipi e costituisce un’identità sociale, culturale, economica, poiché il proprio territorio è il posto da cui si è stati strappati. Da ciò nasce la necessità di offrire nuove opportunità di lavoro”.

Acuta e intensa, anche la disamina della direttrice editoriale del periodico “Arpa Eolia”, Barbara Citton, che ha parlato di sensazioni profonde trasmesse dalle poesie di Antonino Mazza. Attraverso la poesia l’autore, secondo la Citton, affronta un lungo viaggio ricco di emozioni, di sogni e di significati che ci vengono trasmessi dalla parola: “solo attraverso la parola l’uomo può ritrovare gli antichi poteri e sentire le voci dentro se stesso, in quanto la parola crea. Mazza è partito per affrontare la nuova realtà confrontandosi con altre culture nel rispetto dell’identità e della diversità socio-culturale”.

Ampio e ricco di contenuti socio-antropologici è stato l’intervento dell’antropologo Vito Teti, che ha esordito ricordando, che tutti noi siamo rimasti alla vecchia immagine dell’emigrato che tornava al proprio paese natio per le ricorrenze religiose, in occasione delle feste patronali. Ecco perché è necessario “aggiornarci e accostarci al mondo della terza generazione, che ormai è perfettamente integra nel tessuto sociale in cui si è evoluta, in particolare nel continente americano. Non esiste una Calabria - ha chiosato lo studioso - ma tante Calabrie che hanno costruito situazioni diverse. Quando incontrai Antonino Mazza, fu un amore a prima vista che divenne subito amicizia e motivo di scambio intellettuale. E’ morto l’emigrato con la valigia di cartone, ora è subentrato l’emigrato che vuol far sentire la sua voce”.

Lo scrittore canadese ha ringraziato i presenti e i relatori, sottolineando in linea con il Prof. Teti, che il testo è nato in lingua inglese e successivamente è stato tradotto in italiano. “Ringrazio il Vito Teti - ha affermato il poeta - per avermi facilitato il collegamento col territorio calabrese e per avermi offerto quest’opportunità di uno scambio intellettuale sincero ed affettivo”.