Domingo Albanez della RAI TV

di Abramo Telesa

 

 

17.02.2006 – Le corte giornate, le strade deserte, il freddo pungente, siamo in pieno inverno, tutto è assopito e la malinconia ti assale facilmente.

In una di queste giornate e precisamente sabato 21 gennaio 2006, “Mastru Micu” (Domenico Albanese Umberti) ci ha lasciati; era nato a San Nicola l’8 agosto 1934.

Con lui se ne va un pezzo di storia del nostro paese.

Da giovane ha iniziato, quale apprendista barbiere, da “mastro” Vincenzo Teti, è rimasto in bottega per parecchi anni, fino a quando ha iniziato una modesta attività di commerciante ambulante, oggi si direbbe “di porta in porta”.

Come non ricordarlo, con la sua cassetta appesa al collo ed i palloncini attaccati al braccio, girovagare per le vie del Paese, attirando l’attenzione di possibili compratori con la musica a tutto volume di un mangiadischi portatile e con la sua inconfondibile cantilena “palloncini, palloncini…”.

All’inizio intercalava questo suo lavoro con quello di “bandere” (banditore); tutto il vissuto paesano veniva annunciato da Mastru Micu.

Quanti sacrifici, e chissà quante volte ha saltato i pasti, i guadagni erano scarsi, ma lui si sentiva realizzato.

Era un patito dell’ora esatta, non c’era orologio che spaccasse le ore come il suo.

Intuendo la possibilità di poter vendere la sua poca mercanzia anche nei paesi limitrofi, prospettando altri guadagni, cominciò a recarsi a piedi o sfruttando qualche mezzo di fortuna, non c’era allora il via vai delle macchine d’oggi.

Spiazzando tutti noi, ancora increduli, mettendo mano ai suoi risparmi si comprò una moto Piaggio cabinata iniziando così a girare tutti i paesi del circondario. Forse, in questi suoi spostamenti quasi quotidiani, trova l’amore. Fu così che Mastru Micu coronò anche questo suo sogno e si sposò. Ma tale unione non durò a lungo e lui ne soffrì molto rimettendoci anche molti dei suoi risparmi.

Con la moto ebbe non pochi incidenti stradali e, siccome le riparazioni erano più costose dello stesso mezzo, decise di disfarsene, restringendo di nuovo il suo raggio commerciale.

Mai fermo, presente a tutte le manifestazioni, sempre in prima fila davanti al palco in piazza Marconi, dove si esibivano i vari artisti che per le feste paesane arrivavano nel nostro Paese.

Era l’Agosto 1966, si preparavano i festeggiamenti per la Madonna di Mater Domini; in piazza, giorni prima, comparve un manifesto che annunciava l’arrivo per il 14 sera, in P.zza Marconi dell’attore-cantante DOMINGO ALBANEZ della Rai TV. Quella sera verso le 23.30, Nicolino Iozzo (presentatore per l’occasione) dal palco annunciava l’arrivo del grande ospite ed additava una cinquecento che a fari accesi avanzava verso la piazza. Arrivata davanti al palco, tra due ali di folla scendeva dalla macchina Domingo Albanez, alias Mastru Micu. Invitato a salire sul palco da Nicolino, tra un applauso generale, l’attore-cantante saliva sul camion dei Pasceri adibito per l’occasione a palco, facendosi notare per il suo insolito abbigliamento da attore da film western. Dal cinturone gli pendevano due pistole luccicanti sui fianchi (erano del figlio del dottore Mannacio,Vito), largo cappello in testa, una folta barba nera e dalle labbra spuntava un sigaro acceso. Molte le domande di Nicolino alle quali lui rispondeva prontamente e, alla fine tra il delirio della folla mimava pistole alla mano, alcune scene da film western. Quella sera era diventato il personaggio principale. Difficile dimenticare quella serata, fatta di semplicità e sana allegria paesana.

Verso la fine degli anni 80, problemi di salute ed un intervento chirurgico lo avevano costretto a chiudere definitivamente la modesta attività commerciale, ed anche le sue presenze in piazza o alle varie feste erano sporadiche.

In questi ultimi anni, ormai viveva in casa, accudito dalla sorella Rosa, lo si vedeva solo al passaggio delle processioni.

E così una mattina di un gelido inverno, Mastru Micu ci ha lasciati. Uomo semplice, rispettoso con tutti, persino con quelli che lo vessavano con nomignoli; era uno di noi e con noi gioiva quando bastava veramente poco per rendere allegre le nostre serate estive.

Grazie Mastru Micu, ora ti sappiamo vicino a quel Crocifisso che tanto hai pregato e che per te ha riservato un posto speciale, perché agli occhi di Dio gli ultimi saranno i primi.