Dal Quotidiano del 21 novembre 2006
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Capistrano. L'arrivo della statua è stata
accolta con gioia dalla folla di fedeli
Il bambinello
è tornato a casa
Era stato rubato il 14 agosto scorso e
ritrovato in Sicilia
CAPISTRANO - Nonostante il gesto ignobile messo in atto nella notte tra sabato e
domenica ai danni del furgone della spazzatura, si è svolta con tranquillità e
grande gioia la festa per il ritorno del Bambinello. Dopo la lunga attesa,
domenica intorno alle 11.00, in una giornata dal clima primaverile, la statuetta
è stata consegnata al parroco don Antonio Calafati e alla sua comunità. A
portare a Capistrano l'oggetto sacro è intervenuto il capitano dei carabinieri
Raffaele Giovinazzo, del Nucleo di Cosenza, per la tutela del patrimonio
culturale per la Calabria. Grande clamore e acclamazione dei fedeli quando il
parroco ha portato in chiesa il Bambinello e lo ha ridato alla madre. Occhi
lucidi e qualche lacrima nei volti dei presenti che numerosi hanno partecipato
alla celebrazione della santa messa. Una celebrazione solenne, con la presenza
del vescovo, monsignor Domenico Tarcisio Cortese, i carabinieri in alta
uniforme, l'amministrazione comunale con i suoi simboli e una folla di fedeli
non solo capistranesi. Sono, infatti, accorsi per l'evento molti pellegrini dei
vicini paesi. Una messa toccante e commovente iniziata con i ringraziamenti del
parroco al vescovo per la sua presenza in un giorno così importante per la
comunità capistranese, al sindaco, ai carabinieri e alla comunità tutta. Come
più volte ribadito, anche dal vescovo durante l'omelia, un sentito
ringraziamento va all'arma dei carabinieri che con il suo operato è riuscita a
recuperare un oggetto simbolo di un paese che al di là del valore artistico
«esprime la fede, la vita, l'identità di Capistrano. Chi distrugge e chi deve
ricostruire - ha detto il vescovo, e in questo caso, si è trattato di
ricostruire una pagina di storia strappata ad un piccolo e accogliente paese».
Come segno di gratitudine «per aver riportato il Bambinello nelle braccia di
mamma sua», sono state consegnate dal comune, a nome di tutta la comunità, delle
targhe. La prima al capitano Giovinazzo che ha ritirato anche quelle dei
colleghi non presenti, poi, ai marescialli della stazione di Monterosso
Francesco Panei e Francesco Muolo. Dopo la consegna, Giovinazzo ha voluto
puntualizzare quanto sia stata importante e decisiva la collaborazione dei
cittadini capistranesi nell'identificazione dei ladri. Ha, poi, riferito il
piccolo miracolo raccontato dal ladro durante il recupero della refurtiva. Ha
raccontato che mentre puliva il bambinello, la statua gli è sfuggita di mano
cadendo in piedi. Grande la meraviglia del ladro che ha subito pensato che quel
Bambinello non volesse rimanere in quella casa. Difatti, poco dopo l'accaduto i
carabinieri hanno bussato alla porta, sequestrando tutti gli oggetti sacri lì
presenti.
«Il ladro - ha aggiunto il militare - ha affermato che non gli era mai capitato,
in 20 anni di "onorato servizio", un episodio del genere. La statuetta, infatti,
non si regge in piedi se non con un supporto». Questa storia rafforza ancora di
più nei fedeli la miracolosità, tramandata nel corso degli anni, del Bambinello.
A conclusione della cerimonia, è intervenuto il sindaco che ha evidenziato come
«questo evento rappresenti anche un successo delle istituzioni che riescono a
lavorare e a portare risultati migliori quando c'è la collaborazione dei
cittadini». Emozionante il saluto del vescovo che rivolgendosi soprattutto alle
mamme ha detto: «Non vi fate rubare i vostri bambini - non dai ladri, ma dalle
cattive compagnie, dalla corruzione di una parte della società priva di valori,
che invece di prodigarsi per la pace e per il bene, diffonde odio e malvagità».
E se "tutto è bene quel che finisce bene", si spera che il Bambinello, ora
riposto tra le braccia della Madre, infonda nelle menti e nei cuori di ognuno un
po' più di buonsenso e di amore verso il prossimo.
Maria Stella Francolino