Rosa Franzè in pensione
dal Dr Antonio Facciolo
Giorni addietro l’Amministrazione Comunale di S. Nicola da Crissa ha festeggiato presso i locali della biblioteca la dipendente Rosa Franzè andata in pensione dal primo ottobre dopo un trentennio ed oltre di attività.
Ho molto gradito l’invito fattomi dall’interessata ed ho partecipato con vero piacere alla cerimonia.
Mi sono ricordato, nella circostanza, del sindaco del comune di Pallagorio, dove io ho iniziato a lavorare nel lontano 1973, il quale mi ripeteva sempre: “Ricordati che ogni mattina al comune si presenta gente quasi sempre nervosa, perché ognuno ha un problema che spera di poter risolvere nel municipio. Se ognuno di noi fa in modo che questa gente, che entra nervosa, se ne vada sorridente, avremmo fatto pienamente il nostro dovere. E’ importante il modo come si fa il lavoro e non tanto starsene sei ore dietro la scrivania senza aver risolto alcun problema”.
Ho sempre ricordato questo insegnamento di un grande sindaco, autentico servitore della sua comunità.
Rosa Franzè, che io ho sempre chiamato signorina Franzè, ha pienamente assimilato questo concetto; è stata sempre leale, non ha mai dato motivi per diffidare di questo, non ha mai condizionato il suo dovere professionale a vicissitudini personali. Ha sempre saputo distinguere i ruoli, ha sempre operato con molta competenza, e laddove questa non ci fosse, con grande disponibilità ad apprendere.
Non ha mai permesso che problemi che non fossero di natura esclusivamente professionale viziassero i suoi atti. Ha saputo essere sempre serena di fronte ai tanti amministratori che si sono alternati nella sua lunga attività, sorridente e disponibile con dignità.
Credo che la sua carriera di dipendente del comune di S. Nicola da Crissa si sia conclusa con un ampio margine di credito verso il suo datore di lavoro, perché al lavoro d’ufficio ha costantemente affiancato il lavoro domiciliare. Ritengo altresì che abbia lasciato più di qualche giornata di congedo non goduto.
Personalmente intendo cogliere l’occasione per ringraziarla del rispetto dimostratomi fin da quel lontano 25 luglio 1977 quando, da vincitore del concorso, giunsi nel mio ufficio:per primo vidi entrare quella bella figura del compianto e mai dimenticato don Giovambattista Carnovale, salito dall’ufficio anagrafe per ossequiare, come lui mi disse, il nuovo capo-ufficio, atteggiamento che mi emozionò moltissimo e mi mise in grande disagio per via della mia giovane età e dei suoi capelli bianchi. Quel giorno stesso salì anche la signorina Franzè, rientrata appositamente dal congedo.
Personalmente la ringrazio di tutte le volte in cui ho dovuto chiedere tempestività e sollecitudine per atti necessari per risolvere qualche problema di natura economica prospettatomi da appaltatori, fornitori, dipendenti: non mi ha mai fatto alcuna contestazione, né ha sollevato scuse pretestuose, perché capiva l’umanità delle richieste, oltre alla loro legittimità, di cui non ha mai avuto dubbi perché stimava la mia persona. Chi fosse il destinatario (amico o nemico) era per lei irrilevante; il suo senso del dovere le ha sempre permesso di rispettare il suo capo-ufficio.
Debbo altresì ricordare che le tante vicissitudini familiari non hanno mai influenzato negativamente la tempistica del suo lavoro perché, abituata al lavoro duro, sapeva recuperare in modo strepitoso il tempo perduto.
Da addetta all’ufficio di segreteria è stata sempre presente, attenta ed all’occorrenza capace di iniziative per evitare disguidi e lamentele, soprattutto nei momenti in cui il sottoscritto non era presente. Sapeva dare la giusta risposta, in ogni circostanza.
Voglio pertanto ringraziarla di tutto questo e di quant’altro in questo momento mi sfugge, e voglio augurarle tanta fortuna per i giorni della futura vita di pensionata; che essi possano essere moltissimi accanto alla madre verso la quale nutre grande amore e venerazione, da figlia scrupolosa ed affezionatissima.